Se il sonno è disturbato, trascorri più tempo su Facebook

Dover combattere la dipendenza da Facebook e, più in generale, dai social network potrebbe diventare un problema sempre più frequente. Infatti anche fra gli esperti si sta sempre più facendo strada l’ipotesi che questi nuovi strumenti di comunicazione stiano diventando talmente fondamentali nella vita di chi li utilizza da creare, appunto, una vera e propria dipendenza.

La ricerca di strategie per uscire dal problema è, di conseguenza, sempre più diffusa. Se, però, individuare i sintomi della dipendenza da Facebook non è molto difficile, il dibattito su quale sia il metodo migliore è ben lontano da una conclusione. C’è chi suggerisce una sorta di auto-terapia e chi ritiene che sia più giusto cercare il sostegno di uno psicologo. Vediamo quali sono le soluzioni più consigliate.

Secondo i sostenitori dell’auto-terapia, i passi da seguire per una disintossicazione da Facebook sono i seguenti:

riconoscere di avere un problema. Senza questa presa di coscienza non è possibile sconfiggere la dipendenza.
calcolare quanto tempo si passa su Facebook. In questo modo si avrà piena coscienza del problema e di quante ore vengono sottratte alla vita reale dall’uso del social network.dipendenza-da-facebook-586x583
stabilire un limite. La strategia migliore è tagliare del 60% il tempo inizialmente trascorso su Facebook. Una riduzione più drastica potrebbe essere controproducente.
se attive, disattivare le notifiche via e-mail. In questo modo si evita che, chiusa la porta d’ingresso principale al social network, questo bussi alle finestre e si abbia la tentazione di riaccedervi.
ripensare a ciò che si faceva nel tempo che, ora, è occupato da Facebook e riprendere a farlo.
Un’altra possibilità e quella di rivolgersi a degli specialisti, psicoterapeuti o psichiatri. In Italia esistono già dei centri di cura dedicati a questo disturbo, come l’ambulatorio dedicato all’Internet Addiction Disorder attivo dal 2 novembre 2009 presso il Day hospital psichiatrico del Policlinico Gemelli di Roma. Qui l’intervento riabilitativo prevede tre fasi:
un colloquio per accertare la presenza di una dipendenza;
una serie di incontri per identificare il disturbo psicologico alla base della dipendenza che, eventualmente, viene trattato con l’assunzione di farmaci;
l’inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione per reintrodurre nella vita di tutti i giorni il contatto diretto con gli altri.
Secondo Federico Tonioni, lo psichiatra che coordina l’ambulatorio del Policlinico Gemelli,

l’utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. Grazie a questo nuovo ambulatorio potremo garantire ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di ciò che accade in internet, intervenendo nella struttura mentale sottostante alla dipendenza con curiosità e umiltà.
Viste queste possibili conseguenze forse è il caso di correre ai ripari il prima possibile.

Fonte :http://www.benessereblog.it/

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